Secondo i primi pre-consuntivi del Centro Studi Acimac, il giro d’affari di settore si stabilizza a 2 miliardi di euro. In contrazione le esportazioni mentre l’Italia tiene grazie al piano Industry 4.0.
Dopo cinque anni consecutivi di crescita (caso unico nella sua storia), il settore dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica cede il passo.
Secondo i dati pre-consuntivi elaborati dal Centro Studi Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), il 2018 dovrebbe chiudersi con il fatturatodi settore pari a 2,076 miliardi di Euro.
La contrazione maggiore è stata registrata nelle esportazioni che si assestano a 1,493 miliardi di euro (-9,8%).
“Nel 2018 alcuni tra i nostri principali mercati di sbocco hanno evidenziato delle riduzioni significative nella produzione di manufatti ceramici che si sono pertanto riflesse in un calo degli investimenti in tecnologia” – dichiara il Presidente di Acimac, Paolo Sassi.
Migliore l’andamento del mercato italiano che si assesta sui livelli dello scorso anno a 583 milioni di Euro, grazie agli ultimi mesi di incentivi fiscali del piano Industry 4.0.
Sono molto caute le previsioni per il prossimo anno. “Gli outlook macro-economici mondiali sono sostanzialmente in calo e pertanto non prevediamo un incremento dei nostri volumi d’affari nel 2019. Il nostro settore è strettamente legato a quello delle costruzioni, uno dei più colpiti dai rallentamenti economici in atto” – prosegue Sassi.
A preoccupare gli industriali di Villa Marchetti anche le politiche economiche e sociali del Governo italiano che mostrano ad oggi scarsa attenzione verso il mondo produttivo e che rischiano di marginalizzare l’Italia sullo scacchiere europeo.